6 settembre 2010

Cose da non dimenticare

L'immagine che passa è che i soldati che tornano a casa dall'Iraq hanno fatto un buon lavoro e che gli americani sono sempre i migliori. I media bombardano con storie strappalacrime di soldati e soldatesse che tornano a casa dai loro figli dimenticando di sottolineare cosa quei soldati lasciano alle loro spalle, o meglio alle spalle di chi li ha comandati.
William Blum sul sito Killinghope fa un elenco delle cose da non dimenticare a proposito dell'invasione americana:

"...A nessun americano dovrebbe essere concesso di dimenticare che la nazione dell'Iraq, la società dell'Iraq sono state distrutte. Gli americani hanno cominciato a bombardare nel 1991 per una scusa o per un'altra; poi hanno invaso, occupato e rovesciato il governo, ucciso inutilmente, torturato...la gente di quei infelici posti ha perso tutto- le loro case, le loro scuole, l'elettricità, l'acqua pulita, l'ambiente, le moschee, l'archeologia, i loro lavori, le loro carriere, la sanità, i diritti delle donne, la loro sicurezza, i propri bambini, i propri genitori [...] più della metà della popolazione è morta, ferita, in prigione, traumatizzata o in esilio...[...]un detto molto comune tra gli iracheni stanchi della guerra è : le cose andavano meglio prima che gli Stati Uniti invadessero l'Iraq nel 2003...

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