2 luglio 2010

Un giorno di ordinaria Mafìa!

Giovedì 1 Luglio, ore 12:50. Io e Maria siamo all'università, stiamo preparando un esame per le prossime settimane. In aula studio arriva una ragazza molto spaventata, trema. A voce alta racconta alle sue colleghe quello a cui ha appena assistito: un agguato di mafia. Mentre parcheggiava l'auto ha sentito 5 colpi di pistola, dopo un pò vede una ragazza sanguinante a terra, ha un proiettile conficcato nel collo. Tenta di dire qualcosa ma nessuno riesce a capire.
In aula studio piomba un silenzio diverso da quello che normalmente fa da protagonista quando si studia spensierati.
"Maria io non riesco più a studiare, andiamo subito a casa!".
Usciamo fuori e ci si presenta la classica scena post-delitto sempre più familiare. A qualche decina di metri dall'entrata dell'università si accalca molta gente, molti poliziotti e sempre lo stesso pesante silenzio.
Ci sono tre proiettili a terra dentro dei cerchi di gesso bianco. La studentessa ferita si chiama Laura Salafia e chissà se qualche minuto prima non ci è passata accanto tra i corridoi del Monastero dei Benedettini.
Qualcuno si fa prendere dal panico e non sa se tornare dentro l'università o scappare a casa, ma molti hanno l'auto parcheggiata proprio lì, dove il sicario ha sparato circa 20 minuti fa. Si decide di non far niente. Inizia la tempesta magnetica delle chiamate ai cellulari per scoprire se la vittima è un'amica o per tranquillizzare i parenti. E' già la seconda sparatoria in poche ore a Catania, poco prima infatti un ragazzo è stato ferito al braccio sempre da un colpo di arma da fuoco.
"Prendiamo lo scooter e andiamo di corsa a casa". Dopo un paio di curve vediamo la strada bloccata. C'è uno scooter di grossa cilindrata abbattuto per terra. Dopo qualche ore scopriamo che si trattava del mezzo appartenente al vero obiettivo del'attentatore che con 3 pallottole in corpo dopo esser riuscito a guidare per circa 100 metri, cade e si rifugia dentro la caserma dei carabinieri.
"Torna subito indietro, andiamo dentro la facoltà" urla spaventata Maria. Credevamo fosse il mezzo del sicario e che proprio lui fosse lì nascosto nei paraggi pronto a sparare ancora. Lo ha già fatto in pieno giorno con decine di testimoni, perchè non dovrebbe farlo adesso in un vicolo deserto?
Dopo mezz'ora circa decidiamo di tornare a casa prendendo un'altra strada. I Tg danno subito la notizia che arriva a riscuotere un certo clamore nazionale.
Su facebook in un paio d'ore si organizza un presidio per manifestare contro una mafia che ormai padroneggia su tutto. La sera in piazza Dante siamo in molti, non avrei creduto. Ma dall'altra parte della piazza ci sono dei gruppetti di ragazzi con sguardi poco rassicuranti, c'è qualcosa che non va nell'aria.
In quella piazza ieri sera non eravamo tutti d'accordo nel manifestare contro la mafia, anzi!
Cominciano le classiche frasi di circostanza dei falliti siciliani "non prenderanno mai il sicario" o "ste cose non servono a niente" o ancora peggio "non capite niente, la mafia vi da lavoro". Le classiche frasi di chi rafforza la mafia proprio diffondendo sfiducia.
Sarei curioso di vedere le loro espressioni quando si accorgeranno che Andrea Rizzotti che ha sparato ieri a Laura è stato preso poche ore fa. Avrebbe confessato di aver reagito ai continui insulti del Gravino, questo quindi sarebbe il movente! E' stato rintracciato grazie alle dichiarazioni di alcuni testimoni e ai filmati di una telecamera di un bar!
"Non lo prenderanno mai, mai!" diceva qualcuno!

Aggiornamento 1: purtroppo la giornata di ieri si è conclusa con una terza sparatoria in provincia di Catania dove un uomo è stato ferito all'inguine e alla coscia.
Aggiornamento 2: la procura catanese esclude il movente mafioso dato che la sparatoria è nata da "rancori personali".

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2 commenti:

  1. mammamiiiiiiiiiiiiiiiiia!!!!!

    "la mafia da lavoro"
    ma va??? lo notiamo grazie alla droga e agli abusi edilizi, pezzi di merda!!!

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  2. Dannox avevo una rabbia...! Pazzesco!

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