4 luglio 2010

Stavolta qualcuno ha visto, ha sentito e ha parlato!

Il video pubblicato sul sito del Fatto Quotidiano (ora rimosso dal sito) relativo alla sparatoria di giorno 1 Luglio a Catania dove una studentessa è stata colpita al collo ha suscitato tantissime polemiche non riportate dai quotidiani nazionali. Ecco il video:



I miei concittadini lamentano il fatto che il video rafforzi ancor più lo stereotipo del siciliano che "non vede, non sente, non parla", qualcosa che invece andrebbe combattuto e che inoltre non sia stata fatta nessuna intervista a nessun studente che invece rappresenterebbe la figura dell'ideale moderno di antimafia. Questa volta però l'aggressore è stato arrestato all'indomani della pubblicazione del video proprio grazie alla dettagliatissima testimonianza di uno studente universitario venuta alla luce però il giorno dopo alla pubblicazione dell'articolo del Fatto.


C'è chi dice che i vecchietti che sono nel video non siano poi così rappresentativi di Catania. Mi dispiace ma non è così. Catania ha una buona fetta di intellettuali e di cittadini onesti ma di persone apertamente contrarie ad un inizio di lotta antimafia ne è pieno. Quindi le critiche le vedo forse troppo accese. E' vero che il servizio trasuda un pò di banalità ma è servito a suscitare una fortissima indignazione che è la cosa forse più importante per cominciare.
I miei colleghi credono che per le generazioni passate sia ormai troppo tardi intraprendere un processo di educazione proprio perchè hanno perso la capacità di indignarsi e che sia necessario dedicarsi solo ai bambini e ai ragazzi che in fin dei conti sono le vere braccia della mafia. Sono d'accordo! (basti pensare allo spaccio, prima fonte di denaro per la mafia).
Ma lasciare gli anziani immersi nella loro sfera di omertà senza nemmeno provare a dialogare la vedo come una vigliaccheria. Come si può iniziare a combattere la mafia partendo proprio dall'essere vigliacchi in questo senso?


E' importante però sottolineare, soprattutto per i non siciliani, che nel territorio catanese le cose sembrano smuoversi davvero. Non si tratta del classico finto ottimismo. I segnali di cambiamento sono sempre più frequenti. Uno di questi, importantissimo, è la tenacia dell'associazione antiracket Addiopizzo Catania, che ha pubblicato (roba fresca fresca) l'elenco dei 50 commercianti catanesi che si sono opposti o che si oppongono apertamente all'estorsione mafiosa invogliando i cittadini a dirigere i propri acquisti proprio verso i negozi cosiddetti pizzo-free. L'elenco completo si trova qui ed accoglie sempre nuovi esercizi commerciali nella speranza di dare una vera svolta a questa terra martoriata giorno dopo giorno!
In basso un ottimo video sulla ribellione dal pizzo:


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