5 luglio 2010

Reti antisuicidio


Secondo Gizmodo è molto probabile che le reti attorno ai palazzi nella foto che vedete sopra siano un triste escamotage per evitare le morti di molti giovani suicidi che sempre più spesso decidono di gettarsi dalle fabbriche della Foxconn, azienda Taiwanese nell'occhio del ciclone per l'altissimo tasso di tentativi di suicidio dei propri dipendenti.
Ne parla dettagliatamente anche un corrispondente del Telegraph che ha attirato la mia attenzione soprattutto per un suo articolo in cui intervista un paio di dipendenti. Uno di questi dice:

"Se la società è una rete e tu ti trovi in un nodo che collega diversi strati allora non sarai mai un suicida. Ma se non hai nessun collegamento, diverso da quello della catena di montaggio, allora diventi un singolo nodo isolato. Ecco allora che sei un suicida tutto il giorno davanti ad una macchina, con l'impossibilità di sfogare la tua ansietà come le persone normali".

La Foxconn produce gli iPhone, iPod e molti altri congegni per la Sony, Nintendo e Hp ed è la più grande del mondo in questo settore.
Quando accadono fatti simili è facile additare il mondo capitalista piuttosto che riflettere seriamente sulle possibili soluzioni. Il boicottaggio di tali prodotti, tanto spesso invocato dai giovani dissidenti, è pressochè impossibile considerando l'infinità di prodotti di una multinazionale e altrettanto lo è cambiare la logica degli acquisti.
Al di fuori della retorica moralista andrebbero poste sotto attenzione le condizioni di lavoro degli impiegati nelle fabbriche, in primis quelle che assemblano questi prodotti.
Le imprese multinazionali dovrebbero avere il fiato sul collo dei quotidiani nazionali, continuamente e incessantemente. Ecco perchè sono convinto che ancora una volta il responsabile di tutto sia la carenza di attenzione su problematiche come queste.
Gli impiegati della Foxconn lavorano inumanamente (è una sorpresa?): i turni di lavoro sono di 15 ore al giorno e sono così marcati che dopo 6 mesi i ragazzi che condividono il dormitorio nella stessa fabbrica non conoscono neanche i nomi degli altri "coinquilini". Una testimonianza, sempre nell'articolo di Malcolm Moore del Telegraph, ci dice che "ogni tanto ci sono ragazzi che ad un certo punto urlano improvvisamente per rilasciare la pressione del lavoro".
Ragazzi di 21-22 anni che decidono di terminare la loro vita gettandosi dalle fabbriche in cui lavorano sono sicuramente degni di attenzione, un'attenzione mondiale!

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4 commenti:

  1. Un'altra cosa triste è che questi ragazzi lavorano per 2 motivi: devono saldare dei debiti contratti dalla famiglia d'origine nelle campagne e poi vorrebbero tanto comprare e consumare come i borghesi.
    Ma che senso può avere avere tanti giocattolini tecnologici se per acquistarli bisogna lavorare così tanto e così duramente e se sei in un posto che di te se ne frega, dove non conosci nessuno e dove è tutto grigio e soffocante?
    Questo mondo è tutto così, è senza senso, cioè l'unico senso è il profitto e dove vai quando hai tanti soldi e il tuo unico scopo e farne altri?
    Poi di che parlerai? Di come fare altri soldi! ahah Sì-sì, bella evoluzione.
    Purtroppo tutte le luci e i lustrini dell'industrializzazione e conseguente consumismo attirano tutti, anche perchè la pubblicità mostra una vita migliore e perchè se i tuoi amici fanno certe scelte mica puoi rinunciarvi altrimenti vieni escluso.
    Cmq io sono dell'idea che i computer, i telefonini e internet siano solo una fregatura per imprigionarci e una scusa per far fare ancora + soldi ai potenti.

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  2. Sono d'accordo. Infatti io stesso mi ritengo vittima del sistema, per quanto possa lottare nel cercare di indirizzare i miei acquisti la cosa resta difficile. Come ben dici tu chi non acquista certe cose rimane fuori dal gruppo. Personalmente me ne sbatto, ma chissà quanti altri la pensano come me! Forse un paio!

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  3. Sono d'accordo. Infatti io stesso mi ritengo vittima del sistema, per quanto possa lottare nel cercare di indirizzare i miei acquisti la cosa resta difficile. Come ben dici tu chi non acquista certe cose rimane fuori dal gruppo. Personalmente me ne sbatto, ma chissà quanti altri la pensano come me! Forse un paio!

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  4. Pensa a Twitter a quelli che compaiono in Home Page che vivono dicendo solo cavolate e che si lamentano invidiando gli altri perchè possono scriverci su attraverso i cell.
    Capisci che usare Internet può avere senso solo per chi si vuole e vuole informare, gli altri lo usano come passatempo e per colpa di questi c'è una super produzione e un super consumo inconsapevole che influenza la vita degli abitanti di quei Paesi dove certi prodotti tecnologici vengono prodotti. Anche lì, Cina, India, sognano un mondo dove potersi collegare ad Internet coi cellulari.
    Se il fine è il mezzo, la vita non ha senso. La penso così!
    Se abitassi in un posto fantastico, col cavolo che userei Internet..

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