3 marzo 2011

"Non siete Stato voi" - Riassunto della politica italiana

Caparezza sfonda con il suo nuovo album "Il sogno eretico". L'album è apprezzatissimo e si è già imposto su YouTube. Al momento le più ascoltate sono "Legalize the Premier", "Messa in moto" e "Sono il tuo sogno eretico". Ma ce n'è un'altra niente male. S'intitola: "Non siete Stato voi" e non posso non pubblicarne il testo.

Non siete Stato voi che parlate di libertà 
come si parla di una notte brava dentro 
i lupanari. 
Non siete Stato voi che 
trascinate la nazione dentro il buio ma vi divertite a fare i luminari. 
Non siete Stato voi che siete uomini di 
polso forse perché circondati da una manica di idioti. 
Non siete Stato voi 
che sventolate il tricolore come in 
curva e tanto basta per sentirvi patrioti. 
Non siete Stato voi né il vostro parlamento 
di idolatri pronti a tutto per ricevere 
un'udienza. 
Non siete Stato voi che 
comprate voti con la propaganda ma non ne pagate mai la conseguenza. 
Non siete Stato voi che stringete tra le 
dita il rosario dei sondaggi sperando 
che vi rinfranchi. 
Non siete Stato voi che risolvete il dramma dei disoccupati 
andando nei salotti a fare i saltimbanchi. 
Non 
siete Stato voi. Non siete Stato, voi. 

Non siete Stato voi, uomini boia con la 
divisa che ammazzate di percosse i 
detenuti. 
Non siete Stato voi con gli 
anfibi sulle facce disarmate prese 
a calci come sacchi di rifiuti. 
Non siete Stato voi che mandate i vostri 
figli al fronte come una carogna da 
una iena che la spolpa. 
Non siete Stato 
voi che rimboccate le bandiere sulle 
bare per addormentare ogni senso di 
colpa. 
Non siete Stato voi maledetti 
forcaioli impreparati, sempre in cerca 
di un nemico per la lotta. 
Non siete Stato voi che brucereste come streghe 
gli immigrati salvo venerare quello 
nella grotta. 
Non siete Stato voi col 
busto del duce sugli scrittoi e la 
costituzione sotto i piedi. 
Non siete Stato voi che meritereste d'essere 
estripati come la malerba dalle vostre 
sedi. 
Non siete Stato voi. Non siete Stato, voi. 

Non siete Stato voi che brindate con il sangue di chi tenta 
di far luce sulle vostre vite oscure. 
Non 
siete Stato voi che vorreste dare voce 
a quotidiani di partito muti come sepolture. 
Non siete Stato voi che fate leggi su misura 
come un paio di mutande a seconda dei 
genitali. 
Non siete Stato voi che trattate 
chi vi critica come un randagio a cui 
tagliare le corde vocali. 
Non siete Stato voi, servi, che avete noleggiato 
costumi da sovrani con soldi immeritati, 
siete voi confratelli di una loggia che poggia 
sul valore dei privilegiati come voi 
che i mafiosi li chiamate eroi e che 
il corrotto lo chiamate pio e ciascuno 
di voi, implicato in ogni sorta di 
reato fissa il magistrato e poi giura 
su Dio: 
"Non sono stato io". 


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