Cos'è l'Italia se non una società fondata sul potere del video? E' il filo dominante del film-documentario Videocracy, basta apparire il cui trailer è stato censurato da RAI e Mediaset. Alla mostra di Venezia la proiezione di Videocracy è stata accolta da un grandissimo entusiasmo da parte della folla in attesa, tanto che le lunghissime file e quindi l'attesa snervante ha portato a piccole risse.
Per accontentare tutti è stata addirittura organizzata una proiezione aggiuntiva. Insomma un successo!
Il regista di Videocracy, Erik Gandini, ha cercato di illustrare nel docu-film lo sviluppo della televisione italiana e come questa ha influenzato i comportamenti dell'intera popolazione. Con un occhio debolmente critico possiamo tutti concordare che la televisione italiana non certo spicca per cultura e per etica. La maggior parte dei programmi tentano di catturare audience con forti richiami sessuali, "usando" piccole bamboline scosciate e seminude da comandare come robot per il pubblico maschile (poi considerate meritevolmenti dive perchè presenti nei sogni erotici maschili) e tronisti per quello femminile.
In Videocracy molti, se non tantissimi italiani sembrano obbedire alla dura legge dei media televisivi dove non è necessario essere meritevoli per un compito di presentatrice, di cronista o di giornalista. Meglio se sei una gallina senza cervello, sei hai le tette e il culo di fuori, se sei un' urlatrice professionista addestrata per attaccare le altre "rivali", se ti vestono da pantera erotica, se ti fanno leggere le previsioni del tempo e ti prendono per il culo davanti a milioni di spettatori senza neanche averlo capito. Perchè tutto è lecito in Italia, tutto...basta apparire!
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